
L'uomo di oggi, come l'uomo delle caverne, sente un bisogno infinito di felicità. Allo stesso tempo l'uomo digitale, come l'uomo primitivo, prende consapevolezza dei suoi limiti, di essere creatura destinata alla morte. Allora cerca una via per superare la sua finitezza e raggiungere la felicità, perchè sperimenta che una vita senza trascendenza non ha senso compiuto.
Qui nasce la preghiera, cioè l' interpellare Colui che è infinitamente più grande e più sproporzionato rispetto alla nostra effimera realtà umana, Colui che i credenti chiamano Dio.
Oggi la trascendenza è letta come ricerca di benessere e felicità. Viene a manca la parte teleologica, cioè il concetto di salvezza eterna. Per questo la preghiera diventa un desiderio, uno slancio personale, una richiesta ad un Altro etereo di cui non si conosce nome. Non è esattamente la preghiera cristiana, ma è pur sempre un tentativo di preghiera.
Non esiste un uomo che non prega. Esiste solo un uomo che non sa di pregare.