Luca 19, 11-28: "I talenti...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

Meditazione
Una domanda viene subito spontanea, almeno a me: ma perché questo re ha dato a uno dieci monete, all’altro cinque e all’altro ancora una? Forse che quest’ultimo gli stava un po antipatico e ha trovato così un escamotage per sbarazzarsene per sempre? Facile con dieci monete rischiare e investire. Se ne perdi una te ne rimangono nove… invece il poveretto con un solo talento rischiava di brutto…così ha scelto la via del fazzoletto.
In realtà siamo abituati a guardare a questa parabola con i parametri dei numeri e della meritocrazia. Ma non è così per Dio, assolutamente. Le monete che sono poi i famosi talenti rappresentano ciò che siamo. Ciascuno di noi ha un colore, alcuni colori sono forti, scintillanti, altri invece un po' più pallidi, più pastelli… ma non per questo uno è migliore dell’altro. Mi viene in aiuto santa Teresa di Lisieux la quale scriveva così nel suo diario:

"Per tanto tempo mi sono chiesta perché Dio abbia delle preferenze, perché tutte le anime non ricevano grazie in modo uguale, mi meravigliavo perché prodiga favori straordinari a Santi come san Paolo e sant’Agostino. Ma Gesù mi ha istruita riguardo a questo mistero. Mi ha messo dinanzi agli occhi il libro della natura, ed ho capito che tutti i fiori della creazione sono belli, le rose magnifiche e i gigli bianchissimi non rubano il profumo alla viola, o la semplicità incantevole alla pratolina... Se tutti i fiori piccini volessero essere rose, la natura perderebbe la sua veste di primavera, i campi non sarebbero più smaltati di infiorescenze. Così è nel mondo delle anime, che è il giardino di Gesù. Dio ha voluto creare i grandi Santi, che possono essere paragonati ai gigli ed alle rose; ma ne ha creati anche di più piccoli, e questi si debbono contentare di essere margherite o violette, destinate a rallegrare lo sguardo del Signore quand'egli si degna di abbassarlo. La perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell'essere come vuole lui“.

Ecco in paradiso non va chi ha più o meno talenti, ma chi fa la sua volontà con quelli che ha.

Recita
Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
Al Vangelo Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri
Alla meditazione J. Brahms A German Requiem Op. 45 - V. Ihr habt nun Traurigkeit. University of Chicago Orchestra. Diritti Creative Commons. musopen.org.

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

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