Luca 5, 33-39: "Vino nuovo...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Testo del Vangelo
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

Meditazione
È dura per chi beve vino vecchio desiderare il nuovo. Lo sappiamo bene noi ecclesiastici. Nella chiesa di vino nuovo se ne beve davvero poco. Vale il principio gattopardiano: perché cambiare? Il vecchio è così gradevole! E se si cambia, è per non cambiare niente! Nel migliore dei casi si mette il nuovo appiccicato sul vecchio, giusto per far vedere che qualcosa si è fatto. Ma perchè siamo così poco propensi al cambiamento? È interessante la provocazione di Papa Francesco al riguardo. Il problema principale, dice, è che non ci fidiamo dello Spirito Santo. E i peccati che accompagnano questo problema sono l'ostinazione, l'idolatria e la divinazione addirittura. Ascoltiamolo:

"....l’uomo deve avere il cuore aperto». L’atteggiamento di chi dice: «Sempre è stato fatto così...» nasce in realtà da «un cuore chiuso». Invece «Gesù ci ha detto: “Vi invierò lo Spirito Santo e lui vi condurrà fino alla piena verità”». Dunque se tu hai il cuore chiuso alla novità dello Spirito, mai arriverai alla piena verità. E la tua vita cristiana sarà una vita metà e metà, una vita rattoppata, rammendata di cose nuove, ma su una struttura che non è aperta alla voce del Signore: un cuore chiuso, perché non sei capace di cambiare gli otri».I cristiani ostinati nel sempre è stato fatto così, questo è il cammino, questa è la strada”, peccano: peccano di divinazione»: è come se andassero dalla chiromante. Insomma, alla fine risulta più importante quello che è stato detto e che non cambia; quello che sento io — da me e dal mio cuore chiuso — che la parola del Signore. E questo è anche peccato di idolatria: l’ostinazione. Il cristiano che si ostina, pecca. Pecca di idolatria.
«Qual è la strada, Padre?». Aprire il cuore allo Spirito Santo, discernere qual è la volontà di Dio. Alle novità dello Spirito, alle sorprese di Dio anche le abitudini devono rinnovarsi. Che il Signore ci dia la grazia di un cuore aperto, di un cuore aperto alla voce dello Spirito, che sappia discernere quello che non deve cambiare più, perché fondamento, da quello che deve cambiare per poter ricevere la novità dello Spirito Santo".

Recita
Anna Zavatta

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo con un contributo di Papa Francesco.

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