Luca 8, 4-15 con il commento di don Franco Mastrolonardo



Testo del Vangelo
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.

Meditazione
Non mi intendo di semina. Lo ammetto. E così’ sono andato a vedere su Internet. Infatti leggendo qualcosa sulla semina ho capito pressapoco che chi semina non tiene conto solo della qualità del seme, ma anche del terreno che prepara in maniera maniacale: infatti leggo “per una buona semina bisognerà preparare il terreno, in particolare sarà necessario che i primi centimetri di terra siano ben soffici così da accogliere al meglio i semi e consentirne la germinazione. Un terreno soffice riesce a idratare il seme (è proprio il terreno ad assorbire le molecole d’acqua e poi cederle al seme) e a proteggerlo".
Insomma dopo aver letto questo, son tornato al Vangelo e mi sono detto: ma questo seminatore dove andava a seminare? Qui si parla di strada, di rovi, di sassi.. E qualcosa alla fine sul terreno… Ancora una volta dobbiamo leggere il Vangelo con un genere letterario diverso da quello fotografico. La fotografia dice esattamente quello che si vede, la parabola invece dice anche quello che non si vede. Se il contadino è Gesù, come abbiamo capito, è chiaro che non intende fare una semina perfetta. Tutt’altro. Lui semina ovunque, quasi disinteressato di dove arriva il seme. Non ha la strategia del pastoralista perfezionista e selettivo e non si muove secondo il detto: mogli e buoi dei paesi tuoi. Per Gesù non ci sono i miei e i tuoi. Quasi tira a casaccio quei semi, come a dire: mi rivolgo a tutti. Tutti, fossero i peggiori della terra, hanno diritto di ricevere la Parola. Diremmo noi che è uno sprecone, dato che i tre quarti della semina vanno a finir male. Ma se facciamo un esame di coscienza, non siamo tante volte noi quel terreno sassoso e spinoso?

Recita
Federica Lualdi

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

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