Guerra e pace. Le cause banali della guerra



Testo del brano 
Sul finire del 1811 cominciò l'armamento intensivo e il concentramento delle forze dell'Europa occidentale; e nel 1812 queste forze (milioni di uomini), si mossero da occidente verso oriente, verso le frontiere della Russia. Il 12 giugno le forze dell'Europa occidentale varcarono varcarono le frontiere della Russia e cominciò la guerra, cioè si compì un fatto contrario alla ragione umana e a tutta la natura umana. Milioni di uomini commisero, gli uni contro gli altri innumerevoli malefici, inganni, tradimenti, rapine, falsificazioni, saccheggi, incendi ed assassinii quanti per secoli interi non ne raccoglierebbero gli annali di tutti i tribunali del mondo e che in quel periodo di tempo, la gente che li commise non li considerò come delitti.

Che cosa produsse questo avvenimento insolito? Quali furono le sue cause?
Gli storici con ingenua sicurezza dicono che le cause di questo fatto furono l'offesa recata al duca di Oldenburgo, l'inosservanza del blocco continentale, l'ambizione di Napoleone, la fermezza di Alessandro, gli errori dei diplomatici ecc...ecc...ecc...

Per noi è incomprensibile  che milioni di cristiani si siano uccisi e torturati a vicenda perchè Napoleone era ambizioso, Alessandro era fermo, la politica dell'Inghilterra era astuta e il duca di Oldenburgo era stato offeso. E' impossibile comprendere quale legame abbiano queste circonstanze col fatto stesso dell'assassinio e della violenza, perché l'offesa fatta al duca abbia portato per conseguenza che migliaia di persone, venute dall'altra estremità dell'Europa, abbiano ucciso o rovinato gli abitanti delle province di Smolensk e di Mosca e siano state uccise da loro. Il fatalismo nella storia è indispensabile per spiegare le manifestazioni irrazionali, cioè quelle quali non comprendiamo la razionalità. Quanto più ci sforziamo di spiegare razionalmente questi fenomeni storici, tanto più irragionevoli e incomprensibili essi divengono per noi.

Ogni uomo vive per sé, gode della libertà per raggiungere i suoi fini personali e sente con tutto l'essere suo che può immediatamente fare o non fare una data azione; ma non appena egli l'ha fatta, questa azione, compiuta in un dato momento di tempo, diventa irreparabile, viene a far parte della storia, nella quale essa non ha più un significato libero ma un significato predeterminato.

In ogni uomo vi sono due aspetti della vita: la vita personale, che è tanto più libera quanto più astratti sono i suoi interessi; e la vita elementare, la vita di sciame, dove l'uomo obbedisce inevitabilmente a leggi che gli sono prescritte. 
L'uomo vive consciamente per sé, ma serve come strumento inconscio per il conseguimento dei fini storici dell'umanità in generale. L'atto compiuto è iirreparabile e il suo effetto, coincidendo nel tempo con quello degli atti di milioni di uomini, assume un significato storico. Quanto più in alto sta l'uomo sulla scala sociale, quanto a più persone egli è legato, quanto più potere ha su altri uomini, maggiore è il numero delle persone alle quali è legato, tanto più evidenti sono la predeterminazione e la necessità di ogni suo atto.

«Il cuore dei re è nella mano di Dio.»
«Il re è schiavo della storia.»
La storia, cioè la vita incosciente e comune, la vita di sciame dell'umanità si avvantaggia per sé di ogni momento della vita dei re come di un mezzo per raggiungere i propri fini.

Autore
Lev Tolstoj. Guerra e pace. Libro terzo, parte prima, capitolo primo

Il file audio è tratto da "Ad alta voce", trasmissione radiofonica di Raitre

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