Testo del Vangelo
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Meditazione
Vedere un re come Erode, il quale governa per conto del grandioso Impero Romano una regione difficile e complessa come la Galilea, lasciarsi andare alle più bieche passioni della carne e decidere di cedere in un colpo solo il suo regno, ci lascia certamente sconcertati. Ma se facciamo un salto di duemila anni e guardiamo ai nostri giorni, vediamo come anche tanti nostri governanti in un recente passato hanno ceduto volentieri alla tentazione della lussuria, combinando guai a catena, mietendo anche vittime innocenti. La storia si ripete e il gioco della seduzione colpisce in ogni tempo.
Inoltre il peccato della lussuria non arriva mai solo, ma si accompagna spesso a quello dell’ira e della violenza. Ricordate Davide, il santo re Davide? Alla vista di Betsabea chiude in prigione ragione e fede, si lascia trascinare dai vortici della passione, e macchina piani e menzogne per dar corpo agli sconvolgimenti dell'istinto ormai senza freno. Morirà Uria, marito di Betsabea, ucciso dalla malizia di Davide. E morirà il bambino nato dalla passione, perchè ogni pensiero e ogni azione che non siano ispirate da Dio attraverso la ragione illuminata dalla fede sono senza frutto.
A questo punto però Erode si trova in buona compagnia, ma questo ovviamente non lo giustifica. Quello che ha combinato è tanto banale quanto grave. Banale perché perde la testa per una ragazzina, la quale senza colpo ferire, lo conquista e lo sottomette. Grave perché associa a queste perdite di lume un crimine orrendo: la decapitazione di Giovanni.
Ma perché Erode arriva a questo? Diversamente da Davide, che ad un certo momento prende consapevolezza e grida a Dio il suo peccato, Erode è stretto da altri peccati, come il legame irregolare con Erodiate e dal suo immenso orgoglio che gli impedisce di fronte ai commensali di mancare al giuramento sconsiderato che aveva fatto. Ecco vedete: i peccati non arrivano mai da soli. Come una rete ci cingono e non abbiamo via di scampo. Una ragazzina mezza svestita che balla cosa volete che sia? Il problema è che non riusciamo a limitare la tentazioine. Cedere a quella significa inevitabilmente aprire altre porte, altri vizi, altri peccati.
Recita
Veronica Bigucci
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo