Vangelo



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 7, 11-17

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.


Recita
Paola Ragni

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo 

Meditazione
Quanti dolori osserva Gesù. Sono gli stessi dolori che un giorno sulla croce gli trafiggeranno il cuore; quel cuore da cui sgorgherà sangue ed acqua, un oceano di pace e di misericordia per l'umanità intera.
Quello di una madre vedova che perde il suo unico figlio non è dolore da poco. Allo strazio di un figlio che muore, si unisce il senso terrificante di abbandono. Rimane sola senza nessuno questa donna. Sola nel suo dolore, sola in una nuova e drammatica prospettiva di vita.
Gesù si muove a compassione! Un fremito sgorga dal suo cuore ed ecco quasi istintivamente si avvicina alla donna: non piangere!
Chissà se queste parole hanno rassicurato quella donna. E chissà se è stata la fiducia nel maestro o chissà quale altro arcano mistero che ha mosso Gesù nel mettere mano in questa determinata situazione al miracolo più grande che noi umani possiamo constatare: la risuscitazione di un morto!
Ragazzo, dico a te. Alzati! Dico proprio a te. A te che sei morto, a te che vivi nel regno delle tenebre, a te che la vita ha chiuso le porte. Ecco, alzati!
Io riapro quelle porte per te.
E il ragazzo cosa fa?
Si mette seduto e comincia a parlare.
Non riesce ancora a mettersi in piedi, evidentemente, però parla. È interessante vedere cosa fanno questi miracolati appena guariti. Pensiamo alla suocera di Pietro che comincia a servirli, o alla figlia di Giaro che anch'essa risuscitata dai morti comincia a camminare.
Come a dire che con il miracolo si ristabilisce anche l'integrità della vocazione personale. Il camminare per una adolescente, il servire a tavola per una casalinga, il parlare per un ragazzo.
Ma soprattutto rivive la relazione, perchè noi uomini abbiamo bisogno gli uni degli altri. Ecco, Gesù prende il ragazzo e lo restituisce a sua madre in un abbraccio di grande tenerezza.

Per conoscere il progetto del Social Gospel on PG
vai su www.preg.audio/web-app

Il progetto del Social Gospel on PG

 

Relazione di Marko I. Rupnik su "La vita spirituale" (Parte prima)

 

Scarica la nostra App su