La preghiera in autunno

Tu sei il Signore dell’autunno.
Proprio perché sei il Dio di tutti i tempi e di tutte le stagioni, ciascuna può prenderti per sé e sentirti come suo.
Tu sei il Signore dell’autunno: del sole che affoga dolcemente nella nebbia, dei contorni che sfumano, delle foglie che cadono e fanno, in terra, un tappeto, per i passi dei vecchi.
Tu sei il Signore dei vecchi e di tutte le cose che declinano perché sei il Signore dei giovani e di tutte le cose che rinascono.
Sei il Dio del granello che marcisce e, sotto la neve, attende il sole di marzo, di aprile, di maggio, attende il verde e l’oro e il dente duro della macina; e presagisce la farina morbida, la fragranza del forno, la letizia delle mense.
Tutto questo è l’autunno; tu sei il Dio di tutto questo. L’autunno è una breve primavera, prima del gran riposo.
La terra torna verde, prima del grigio della nebbia, prima del bianco della neve. In questo rapido sorriso d’erbe e di fiori tu ti affacci, tra nuvola e nuvola, e benedici benedici il verde, e benedici la stanchezza.
Non benedici la morte perché la morte vive, al di sotto del gelo, e testimonia la resurrezione.
Tu benedici solo il sonno, questo languore, questo sopore, quest’oblio che sta tra vita e vita e che noi chiamiamo morte.
Tu non benedici la morte: benedici la tregua della vita, che concede respiro e riposo. Il sole ci aveva sfiancati, resi febbrosi; ora la nebbia ci placa, ci fa rientrare in noi. Le finestre aperte son come finestre chiuse, non offrono visioni ma solo tende di grigio. È tempo di chiuderle e riscoprire la casa.
Tu sei il Dio della casa, che abita in ogni stanza, ci viene incontro da ogni porta, da ogni corridoio, da ogni scala.
Ci insegni che, per trovarti, non occorre fare chilometri: basta sedersi e attenderti che tu sei lí. Dappertutto sei lí.
E la casa si dilata a misura del mondo, si fa presagio della vita eterna: il luogo del rifugio e del riposo: il luogo dell’incontro con te.
Tutti i luoghi sono il luogo dell’incontro; e proprio perché sei il Dio di tutti i luoghi ciascuno può prenderti per sé e può sentirti come suo.
Tu sei il Dio della casa, del fuoco acceso, delle castagne calde; della pioggia che scende e piange sopra ai vetri.
Autunno di silenzio ritrovato, di concentrazione densa, di solitudine calda, di meditazione, di preghiera, di te. 

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